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Impostare un’unità di apprendimento

  • Tempo di lettura:7 minuti di lettura

Senza dubbio l’apprendimento è più veloce ed efficace quando lo studente impara in modo attivo: ovvero sperimentando situazioni basate sull’esperienza personale. Attraverso questo approccio la motivazione dello studente ad apprendere si alza, e i risultati sono migliori. L’obiettivo è una didattica che supera il concetto di “lezione” per arrivare a quello di unità di apprendimento o UDA: percorsi più ampi che non limitano il ruolo dell’insegnante ad un semplice tramite di informazioni e conoscenze, ma contribuisce alla formazione completa degli studenti, mirando al raggiungimento di competenze. Ma che differenza c’è tra conoscenze e competenze?

Cosa sono le competenze?

Possiamo dire che le competenze sono il risultato dell’addizione tra conoscenze, ovvero le informazioni apprese e abilità, ovvero la capacità di mettere in pratica le conoscenze. A queste si aggiungono le caratteristiche personali dell’apprendente, da non trascurare nell’apprendimento.

Questi tre fattori possono essere riassunti in questi termini:

Non è sufficiente arricchire il sapere dello studente attraverso un passaggio di informazioni, ma bisogna costruire l’apprendimento coinvolgendo gli altri due fattori imprescindibili, proponendo attività che stimolino il saper fare e interessino il saper essere. Le competenze si sviluppano infatti, in un ambiente in cui lo studente si sente coinvolto nell’apprendimento e non è solo mero uditore.  

Nel caso della didattica delle lingue, ovvero la glottodidattica si parla di competenza comunicativa. Essa, come le altre forme di competenze è la somma tra le conoscenze e le abilità dello studente nel metterle in pratica. Nella glottodidattica si distinguono tre tipi di conoscenze: la conoscenza linguistica (lessico, fonologia, grammatica, morfosintassi), la conoscenza extralinguistica (linguaggio non verbale della comunicazione), la conoscenza interculturale e socio-pragmatica (saper distinguere gli usi della lingua dei diversi contesti, atti comunicativi e registri).

Questo è il presupposto da cui partire per poter impostare un’unità didattica (UD), ovvero un programma che rispetti le fasi dell’apprendimento dello studente. Per risultare efficace, deve essere impostata seguendo sei fasi principali: motivazione, globalità, analisi, sintesi, riflessione e controllo.

Le fasi dell’unità didattica di apprendimento.

Una buona UD deve rispettare un percorso che passa necessariamente attraverso le sei fasi citate sopra.

  • Motivazione:

In questa prima fase, l’insegnante attraverso delle tecniche come il brainstorming, la ricerca di parole chiave, la visione di un’immagine o di un video può andare a presentare quello che sarà l’argomento della lezione che seguirà. In questo modo gli studenti potranno fare delle supposizioni su quello che andranno ad apprendere, attivando anche quello che già conoscono a riguardo. Si può partire da un titolo, una domanda oppure si possono usare materiali come foto, giornali, oggetti, immagini. Tutto ciò che l’insegnante reputa utile per l’attivazione di conoscenza pregresse sull’argomento;

  • Globalità:

Alla motivazione, segue la fase di globalità. In questo momento della lezione ci sarà un primo approccio al testo, che può essere composto da immagini (paratesto) da abbinare, da una parte verbale, o da entrambe. L’insegnante può assegnare un compito da fare durante la visione o la lettura. Per esempio, una ricerca di parole, un esercizio V/F, un riordino delle frasi o un abbinamento. Questo servirà per comprendere in maniera generale l’argomento.

  • Analisi:

A questo punto si arriva ad una fase di analisi, utile per entrare nei particolari e comprendere più a fondo l’argomento. Si approfondisce il contenuto di quanto visto o letto, estrapolando caratteristiche linguistiche, culturali, testuali. In questa fase si possono fare insieme agli studenti delle ipotesi sul funzionamento della lingua. Si può procedere con esercizi di completamento, parafrasi o incastro di parole.

  • Sintesi:

L’attività di sintesi ha lo scopo di reimpiegare e fissare quanto visto durante la lezione nelle fasi precedenti. Role play, cruciverba, simulazione di dialogo sono attività che risultano molto efficaci in questo momento. L’insegnante può proporre attività ludiche, utili a sviluppare un apprendimento migliore, secondo la tesi della rule of forgetting.

  • Riflessione e controllo

In queste due ultime fasi, attraverso degli esercizi, l’insegnante controllerà che lo studente abbia effettivamente appreso la regola, presentando attività che permettano a quest’ultimo di passare in modo induttivo da un caso alla regola generale.

Un’unità di apprendimento impostata correttamente è il primo passo per avere dei risultati; non si deve dimenticare però che ogni apprendente è diverso così come lo è ogni insegnante. Seguire queste fasi nel dettaglio non garantisce, di certo, il successo soprattutto se manca la componente chiave di questo lavoro: il fattore umano, ovvero il rapporto dell’insegnante con i suoi studenti.

Manuali consigliati

Sono molti gli autori che si dedicano alla stesura di manuali che possano formare validi insegnanti di italiano L2. Nella mia carriera universitaria ho letto i libri dei più affermati linguisti e professori, esperti di glottodidattica.

Sicuramente il primo esperto che mi viene in mente, pensando all’italiano come seconda lingua è Paolo E. Balboni, autore di molti libri come Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera oppure Le sfide di Babele utili sia ad aspiranti insegnanti che a quelli più esperti.

Altri manuali che ho studiato all’università e continuo a consultare di tanto in tanto sono i volumi editi da Carocci editore sulla didattica della lingua italiana: Insegnare l’italiano come seconda lingua e didattica di base dell’italiano l2.

Insomma, la formazione degli insegnanti è fondamentale per svolgere questo lavoro con serietà e raggiungere obiettivi insieme ai nostri studenti. Tutti i manuali citati in questo articolo possono essere acquistati direttamente cliccando sui link inseriti nei vari titoli.

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